Siamo stati a visitare la mostra fotografica “Con la boca abierta” della fotografa spagnola Cristina Garcia Rodero, esposta presso la sede dell’Instituto Cervantes in Piazza Navona, fino al 24 febbraio.
La prima retrospettiva a Roma di Cristina Garcia Rodero.
La mostra raccoglie una summa di oltre 50 foto, frutto di un editing serrato su una produzione di oltre 3000 fotografie dalla fine degli anni 70 ai giorni nostri.
Il fil rouge che lega le opere esposte sono le espressioni che accomunano i soggetti ritratti: sorrisi, sbadigli, urla di gioia o dolore, sorpresa, paura, stupore.
Una carrellata di emozioni che passa di bocca in bocca e che è diventata il tema di una mostra che racchiude alcune delle foto più significative dell’autrice.
Si comincia da un parto, dall’urlo di un neonato che viene al mondo e si finisce con un funerale, dove è la morte a chiudere la bocca al defunto e a spalancare il dolore di amici e familiari, girando dagli angoli più vicini alla sua città natale Puertollano fino a quelli più sperduti del globo e passando per avvenimenti attuali come il Burning Man Festival in Nevada o le Love Parade in Germania.
Non manca quindi quel tocco geniale che caratterizza lo stile della Rodero, la fotografa di Puertollano, prima fotografa spagnola ad entrare nella prestigiosa agenzia fotografica Magnum e diventarne membro permanente dal 2009.
I riti e i popoli: i topos della fotografia di Cristina Garcia Rodero
Ritualità e tradizioni popolari sono sempre il fulcro su cui la fotografa pone il suo occhio attento.
Nella sua fotografia si mischiano antropologia, letteratura, arte, sacro e profano. Attraverso la ricerca delle radici del popolo la fotografa si concentra sul ruolo svolto dalla persone, sempre presenti nelle sue fotografie,  riflettendo sulla relazione che le lega alla natura del luogo grazie alla ritualità stessa.

Le sue indagini su riti e spiritualità partono proprio dal suo paese, la Spagna, grazie ad una borsa di studio che riceve nel 1973. La sintesi di questo grande progetto viene pubblicata nel 1989 con il titolo, “España oculta”, che riceve il premio al miglior libro fotografico alla XX edizione degli Incontri Internazionali della Fotografia di Arles (Francia) e che le porta la vittoria del prestigioso Eugene Smith Grant.
Dalla Spagna la sua attenzione si sposta sulle aree del mediterraneo, concentrandosi su Africa e America latina. Notevole per la sua intensità il racconto sul culto di Maria Lionza in Venezuela,  le bellissime immagini della serie dei  pellegrini haitiani o le immagini dall’Holi Festival in India. Un viaggio intorno al mondo, alla ricerca delle profonde radici che legano i popoli alle proprie terre e alle proprie tradizioni.
La mostra “Con la boca abierta” ci mostra in pieno la bravura e la genialità di Cristina Garcia Rodero, passando per alcune delle sue fotografie più famose a scatti inediti che siamo sicuri vi lasceranno davvero a bocca aperta. Ma affrettatevi, la mostra chiude il 24 febbraio.
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