“La donna con il soprabito più rosso che esista”, così veniva spesso chiamata dai suoi colleghi fotografi. Ma Margaret Bourke-White era decisamente molto di più.
Donna di ferro, sia per il suo iniziale interesse per la fotografia di architettura industriale, stakanovista e perfezionista, nella ricerca della perfezione nelle luci e nella composizione, eccentrica e soprattutto fotografa dai mille primati.
Dagli inizi nelle acciaierie alla carriera in LIFE
Tutti noi conosciamo la gloriosa rivista LIFE e quello che ha rappresentato nella storia del fotogiornalismo mondiale. Ricordiamo probabilmente le foto dal fronte di Capa o i reportage di Eugene Smith, ma quanti di noi sanno o ricordano che è stata proprio della Bourke-White la prima copertina, relativa al reportage realizzato sul miliardario progetto della diga di Fort Peck, in pieno New Deal?
Prima impavida donna a salire su uno dei grattacieli più alti d’America, a fotografare in Russia nel periodo di sviluppo dei piani quinquennali, a volare con l’aviazione americana nel secondo conflitto mondiale, a documentare l’orrore dei campi di sterminio nazisti.
Reportage di inchiesta e reportage sociale
Testimone di un’epoca di grandi trasformazioni e presente in alcuni degli avvenimenti più importanti, che hanno cambiato la storia internazionale e soprattutto il modo di fare fotogiornalismo.
Ha raccontato la disperazione e la povertà dei popoli, ha affrontato alcuni dei temi etici più importanti per un professionista: il bisogno e il dovere di raccontare, di “portare la storia nei salotti di ogni americano”.
Un incontro gratuito per conoscere Margaret Bourke-White
Ne parleremo venerdì 7 ottobre dalle 19.30 presso WSP photography in un incontro dedicato proprio a conoscere la sua storia e i suoi principali lavori.
L’incontro è gratuito ma è necessario prenotarsi inviando una mail a: info@collettivowsp.org
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