Cristina è nata a Roma nel 1983. Diplomata presso la Scuola Romana di Fotografia, ha iniziato a lavorare nel campo fotografico come assistente, specializzata in  postproduzione. Dal 2006  lavora al progetto  a lungo termine sulla memoria della guerra civile in Spagna. Ha vinto il Concorso WINEPHOTO (2007) e  il Premio Enzo Baldoni (2009). Lavora per Prospekt.
1)Dei tuoi lavori LUNA PARK e TANGO hai anche prodotto un multimediale coniugando musica e fotografia. In più nell’imminente nuova edizione del Festival della Fotografia di Roma i multimediali e gli slideshow saranno presenti massicciamente. E’ questo il futuro della fotografia? Sarà sempre più raro gustarci la classica mostra con l stampe alle pareti e dovremo abituarci a questa fusione di generi?

Sia Luna Park che il Tango sono due lavori la cui anima è la musica. Le immagini sono ispirate dal ritmo che fa muovere i corpi. E’ proprio con questi due lavori che ho voluto sperimentare nuove forme di presentazione. Credo sia interessante approcciarsi alla fotografia in differenti modi, sperimentare ed accostarsi ad altre espressioni d’arte, come possono essere la grafica, il montaggio, il video e la musica.Vivo la fotografia stessa come sperimentazione. Non credo che gli strumenti multimediali possano sostituire la classica esposizione delle stampe, anzi offrono un valore aggiunto.E’ chiaro che di tutte le cose, bisogna vedere l’ uso se ne fa: a volte i video all’interno di una mostra, vengono utilizzati unicamente con lo scopo di mostrare più lavori possibili, puntando quindi solo sulla quantità sminuendo spesso il valore delle esposizioni.

2)Dal 2006 stai seguendo un progetto di lungo termine sulla memoria della guerra civile spagnola (Exilio de dentro). Qual sono le sensazioni che ti ha dato e ti sta dando il progetto? In lavori con tematiche simili si riesce a rimanere oggettivi o la propria cultura e il proprio vissuto ci influenza nelle scelte tra una foto ed un’altra?

La propria cultura e il proprio vissuto credo siano sempre il motivo e per il quale si decide di affrontare un tema o un altro.Il lavoro sulla Memoria della Guerra Civile Spagnola è iniziato nel 2006, periodo in cui si aprivano le prime fosse comuni e di questo pezzo importante di storia se ne parlava ancora sottovoce.La memoria in sé è un tema a me caro e amo confrontarmi con persone più grandi, osservare i loro volti segnati dall’età e dalle esperienze vissute, parlare con loro, ascoltare le loro storie, immedesimarmi nelle loro vite.

3)Sono note le difficoltà che le donne affrontano quotidianamente nel mondo del lavoro, la fotografia rispecchia la vita reale o è un’isola felice? Cosa vuol dire essere donna nel mondo della fotografia?

Credo che ormai, come in tutti i settori, essere donna non sia più uno svantaggio, anzi.La complessità del mondo femminile e la sua sensibilità trova enorme riscontro soprattutto nell’espressione, in questo caso nella fotografia. A volte la stessa vita reale può essere un’isola felice, a volte no.

4)Progetti per il futuro?

Prima di aprire nuovi progetti, vorrei portare a termine quelli già avviati  perché non li  sento ancora conclusi.

5)Come descriveresti Cristina Vatielli come fotografa?

Non ho mai  considerato l’essere fotografo uno status da raggiungere ma un modus vivendi. Non riesco a dare una definizione di me stessa come fotografa, ma posso spiegare il mio rapporto con la fotografia: Raccontare e raccontarmi.
Da un lato c’è  l’inesauribile curiosità che mi porta a osservare il mondo catturando immagini, scoprendo realtà e denunciando situazioni; dall’altro lato  il desiderio di comunicare con i miei lavori, con la speranza di indurre alla riflessione.

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LUNA PARK © Cristina Vatielli