E’ con piacere che presentiamo oggi per la sezione portfolio un giovane artista sudafricano conosciuto nel corso di Atri Reportage Festival, dove ha preso parte alla collettiva After-A, appunti fotografici sul Sudafrica, con il suo lavoro “Flatlands”.
Marc Shoul è nato nel 1975 a Port Elizabeth, vive e lavora a Johannesburg in Sudafrica. Si è laureato con lode in fotografia presso il Port Elizabeth Technikon, Dipartimento di Arte e Design, nel 1999. Da allora ha lavorato sia nel campo del marketing che in quello dell’arte; la sua ricerca personale si concentra sull’esplorazione di temi di rilevanza sociale e sui cambiamenti nel suo paese, e non solo. Il suo lavoro è stato esposto in mostre collettive: Arts Association of Bellville, Fusion (1999), Artscape, Mental Health, (2001) Città del Capo, Month of Photography, Detour, (2002), a Città del Capo, Photo ZA, Obsess (2004) and Resolution Gallery, Faces (2008) a Johannesburg, World Health Organization TB exhibition in India (2004).
Mostre personali: Beyond Walmer, organizzata dall’ dall’AVA – Association of Visual Arts Gallery, Città del Capo (2000) e Natal Society of Arts, Durban (2001). Flatlands, organizzata sempre dall’AVA, Città del Capo (2009) con il sostegno del National Arts Council presso la KZNSA, Durban (2010) e la Galerie Quai 1 a Vevey, in Svizzera. Shoul è stato anche inserito nell’AGFA Youth International Photojournalism Publication nel 1999. E’ stato finalista dell’ Absa L’Atelier 2009. La serie Beyond Walmer è attualmente esposta al Nelson Mandela Metropolitan Museum di Port Elizabeth. Negli ultimi dieci anni, Marc ha lavorato per varie riviste locali e internazionali come Time, Colors, Wired, Blueprint, Dazed and Confused, Design Indaba, World Health Organization, Mother Jones, Stern, Gala, De Spiegel, Financial Times Magazine and The Telegraph Magazine. Attualmente lavora ad un nuovo progetto a Brakpan nell’East Rand (Sudafrica) in cui esplora lo stile di vita della città.
La mostra “Flatlands” rappresenta un racconto del centro urbano di Johannesburg. Per oltre un secolo la città è stata un richiamo per chiunque volesse migliorare la propria vita. Oggi, il centro è densamente popolato, fitto di uffici e appartamenti: molti vivono in condizioni difficili, ma la città è contagiosa, ha un’energia implacabile.