s.t. foto libreria galleria

Amnesty International
Circoscrizione Lazio – Gruppo Italia 221
presentano

“Di treni, di sassi e di vento”
fotografie di Sara Munari


a cura di Diego Mormorio
fino al 21 marzo 2010
dal martedì al sabato 10:30-20:00; domenica 11:00-18:00

Sara Munari
Le fotografie sono state scattate nell’estate del 2009 in un Campo Rom in Albania: la testimonianza di una persona, una fotografa, che senza pregiudizi vuole rappresentare momenti, atmosfere, luoghi di vita di una comunità che esprime in modo affascinante la propria personalità, la propria voglia di vivere, la propria dignità. Dignità che va riconosciuta e rispettata, lì come altrove, in Italia e ovunque. Amnesty International ha più volte ricordato alle autorità locali e nazionali dei paesi nei quali sono avvenuti sgomberi forzati, che questa pratica -effettuata, generalmente, con l’assenza di consultazioni e senza la notifica dello sgombero, che deve precedere l’individuazione di un’adeguata sistemazione alternativa – è vietata dal diritto internazionale dei diritti umani; perpetua la segregazione su base etnica e viola gli impegni assunti, in sede internazionale, dai paesi che la praticano. In questa azione di informazione e denuncia delle violazioni e degli abusi dei diritti umani che colpiscono il popolo Rom ha un posto importante la testimonianza (da poco tempo il popolo Rom ha iniziato ad utilizzare lo strumento della scrittura per raccontare agli altri, ai gaje – i non zingari – la propria storia, da sempre trasmessa oralmente all’interno dei gruppi familiari). In questo ambito la fotografia può essere uno strumento utile sia a documentare violazioni e abusi; sia, come in questo caso, per insegnare ad avvicinarci alla vita del popolo degli “uomini”: i Rom appunto.
La fotografa Sara Munari, affascinata da esperienze che la avvicinano a culture diverse, ha voluto intraprendere, dopo il viaggio in India dal quale è stato tratto il volume fotografico”Oceano India”, un viaggio verso una cultura forse ancora più lontana, anche se molto più a portata di mano: quella dei Rom.
Con la sua capacità di lasciarsi condurre dall’empatia, e il suo approccio limpido, totalmente privo dei pregiudizi che spesso chiudono gli occhi di coloro che, anche inconsapevolmente, si lasciano dominare dai luoghi comuni, Sara Munari ha saputo guardare: è stata in grado di vedere cose, sentimenti, emozioni di una comunità autentica e , nonostante tutto, straordinariamente libera. Attraverso il suo sguardo riusciamo a captare qualcosa di quella gente, di quei bambini, di quel mondo, e questo è il dono più prezioso della sua fotografia. L’esposizione di s.t. foto libreria galleria ci consente di avere una sintetica visione del suo più vasto lavoro, condotto con cura e con la consueta bravura, con una serie di foto a colori e in bianco e nero. Un grazie per un reportage che non è solo testimonianza e documentazione o denuncia, ma molto di più.
Diego Mormorio
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