Una volta ho incontrato un grande personaggio, uno zingaro jugoslavo. Siamo diventati amici. Un giorno mi ha detto.”Josef, tu hai viaggiato per così tanti anni, senza mai fermarti. Hai visto molte persone e molti paesi, ogni tipo di posto. Dimmi quale posto è il migliore. Dove preferiresti stare?” Io non ho detto nulla. Proprio quando ero sul punto di andarmene, me lo ha domandato di nuovo. Io non volevo rispondergli ma lui ha continuato ad insistere. Alla fine, ha detto: ”Sai, credo di avere capito tutto! Non vuoi rispondere perché ancora non hai trovato il posto migliore. Viaggi perché stai ancora cercando di trovarlo”. “Amico mio”, ho risposto, “sei completamente fuori strada. Io cerco disperatamente di non trovare quel posto.”
Josep Koudelka
 Dopo aver lasciato la Cecoslovacchia nel 1970 per l’esilio, per quindici anni non ho lavorato per nessuno. Non ho accettato lavori su commissione, non ho mai fotografato per soldi. Ho fotografato solo per me stesso. Vivevo con il minimo. Non avevo bisogno di molto: un buon sacco a pelo e qualche indumento – un paio di scarpe, due paia di calze e un paio di pantaloni per un anno. Una giacca e due camicie mi duravano tre anni. Non avevo un appartamento – non ne avevo bisogno. Al contrario cercavo di evitare di possedere cose. Non pagavo l’affitto. Mi resi conto che avrei potuto vivere e viaggiare con i soldi che avrei speso per un appartamento. Quel che volevo di più di tutto era viaggiare in modo da poter scattare fotografie. Oltre a questo, non volevo quel che le persone chiamano “casa”. Non volevo avere il desiderio di tornare da qualche parte. Avevo bisogno di sapere che non c’era niente ad aspettarmi da qualche parte, che il posto dove avrei dovuto essere era esattamente quello dove mi trovavo in quel momento e che quando non c’era più nulla da fotografare lì, allora era arrivato il momento di partire per un altro posto. Sapevo di non avere bisogno di molto per funzionare – del cibo e una buona dormita di notte. Ho imparato a dormire dovunque e in ogni possibile circostanza.
Tratto da  “I Grandi Fotografi – Testimonianze e visioni del nostro tempo” Magnum Photos